Gente comune
In alcuni spot partiti e candidati cedono la parola a cittadini ed elettori. E’ una soluzione retorica opposta, ma speculare, all’utilizzo di testimonial famosi e popolari. In entrambi i casi la politica fa parlare al suo posto coloro che sono ritenuti in grado di comunicare meglio o in maniera più efficace. Il principio alla base degli spot del genere “gente comune” prevede che il messaggio, pronunciato da persone percepite come vicine e simili dai destinatari, dovrebbe risultare più convincente ed efficace. Come nelle pubblicità del detersivo il consumatore loda le qualità del prodotto, così la casalinga, lo studente, l’impiegato, l’operaio, parlano bene del partito o di un candidato. In alcuni spot le persone coinvolte sembrano particolarmente vere e danno l’impressione di interpretare se stesse, in altri è evidente che ci si trova di fronte ad attori o figuranti, che “recitano” la parte della persona qualsiasi. Spot di questo genere sono presenti dalla nascita degli spot politici sino ad oggi. Con il passare degli anni e il manifestarsi di una sempre maggiore sensazione di distacco fra politica e società civile, fra “il palazzo” e il Paese reale, il ricorso alla gente comune da parte di partiti e candidati ha mostrato la tendenza ad accentuarsi: nell’evidente tentativo di colmare, almeno negli spot, questa distanza.
Callipo Calabria Io resto in Calabria